“DONA LE TUE RUGHE” ALLA RICERCA E ALLE DONNE CHE VORREBBERO AVERLE

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Quando chi sostiene e si occupa della bellezza femminile si prodiga al servizio della scienza e della salute nascono storie straordinarie come quella di L’Oréal Paris, Fondazione Umberto Veronesi e Coop che si sono uniti  in  questa importante campagna per sostenere la ricerca scientifica contro i tumori femminili  
Da sempre le donne non amano invecchiare e nella società moderna non è spesso facile accettare i cambiamenti del passare del tempo.  Ma non per tutte le donne le rughe sono considerate un taboo. Le protagoniste della campagna – Gabriella, bibliotecaria originaria di Brembate e Angela, insegnante di educazione fisica ora in pensione – sono guarite dal cancro e per queste donne straordinarie avere le rughe significa che hanno sconfitto con forza e coraggio la loro malattia che fa ricordare loro come sia bella la vita, ogni giorno.   
L’importante messaggio della campagna “DONA LE TUE  RUGHE” è sensibilizzare le donne che lottano contro i segni del tempo e
quelle che lottano contro un tumore che potrebbe non farle invecchiare. Perché tutte le donne abbiano la possibilità di vivere appieno la propria vita, credendo nel loro valore e impegnandosi sempre nella realizzazione delle proprie aspirazioni.
Proprio per finanziare la ricerca scientifica contro i tumori femminili, L’Oréal Paris e Coop rinnovano il loro impegno a sostegno di Fondazione Umberto Veronesi, da sempre impegnata nel finanziamento della ricerca d’eccellenza.
Dal 6 maggio al 17 luglio 2019 nei punti vendita SuperCoop e Ipercoop di tutta Italia, per ogni suo prodotto acquistato, L’Oréal Paris devolverà 50 centesimi alla Fondazione Umberto Veronesi, che finanzierà una borsa di ricerca annuale a due ricercatrici di altissimo livello che hanno deciso di dedicare la propria vita allo studio e alla cura dei tumori femminili.
“Ogni volta che correggi le tue rughe con i trattamenti L’Oréal Paris, 
le doni a una donna che sogna di averle, perché sta combattendo con forza e coraggio la sua malattia”
Il fotografo della campagna è Paolo Spadacini.
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